Il fagiolo zolfino è da sempre considerato la “carne dei poveri” perché, come tutti i legumi, costituisce un nutrimento completo e ben bilanciato.
E’ un prodotto originario delle pendici del Pratomagno, ma tipico dell’agricoltura toscana in generale. Si semina il centesimo giorno dell’anno e per questo è detto anche “Fagiolo del cento”.
Il suo nome deriva dalla colorazione giallo pallido, simile allo zolfo, che a seconda dell’ecotipo, è più o meno intensa. Le caratteristiche che lo esaltano sono la buccia finissima e, quindi, la sua ottima digeribilità, e la consistenza densa e cremosa. Incredibile è il suo intenso sapore e la sua capacità di reggere la cottura.
È ottimo lessato (o cotto lentamente al fiasco) e condito con un filo d’olio extravergine di oliva, si gusta al meglio adagiato su una fetta di pane toscano abbrustolito oppure come contorno a piatti a base di carne.
Il fagiolo zolfino si utilizza in minestre e zuppe con l’aggiunta di altre verdure, dove viene esaltata la sua cremosità. Accompagna perfettamente il riso e la pasta, meglio se integrale. Il suo sapore viene esaltato nelle preparazioni a base di pesce, pomodoro, salvia, rosmarino, aglio, cipolla e tutte le aromatiche.
Una volta, i contadini, alla sera, dopo aver cotto il pane, mettevano il tegame o il fiasco nella brace del focolare e l’indomani mattina trovavano i fagioli cotti a puntino!